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Il parto vaginale dopo pregresso taglio cesareo

Il parto vaginale dopo pregresso taglio cesareo

Il parto vaginale, dopo pregresso taglio cesareo, è possibile ed è sicuro.

Le principali società scientifiche concordano nel definire le linee guida comuni per favorire la scelta di un parto naturale anche a quelle donne che in precedenti esperienze siano state sottoposte a taglio cesareo.

I dati dell’Istituto Superiore della Sanità documentano che tre donne su quattro, dopo un taglio cesareo, riescono a partorire per via vaginale.

E’ una percentuale decisamente alta e rassicurante per tutte le donne che si apprestano a partorire e temono di dover ricorrere, nuovamente, all’intervento chirurgico.

Perché promuovere il parto vaginale?

La scelta di promuovere un parto vaginale dopo un precedente taglio cesareo trova fondamenta in diverse motivazioni:

  • il parto vaginale espone la donna e il bambino a limitati rischi di mortalità.
  • La ripresa della madre e del figlio dopo il parto naturale è più veloce, a tutto vantaggio dell’accudimento del neonato.
  • Parti cesarei multipli aumentano il rischio di emorragie.
  • Dopo uno o più cesarei è più alto il rischio di isterectomia.
  • Dopo un parto vaginale avvenuto in seguito a taglio cesareo aumenta la possibilità di parti vaginali futuri.

Inoltre, non va sottovalutato il fatto che il taglio cesareo è, a tutti gli effetti, un intervento chirurgico e che come tale porta in sé dei rischi.

Come avviene il parto vaginale dopo un cesareo?

Quando si compiono i mesi della gestazione per una donna precedentemente sottoposta a taglio cesareo, si avvia la procedura del TOLAC (trial of labor after cesarean), ovvero il tentativo assistito in ospedale per proseguire il travaglio in maniera spontanea e naturale.

Se il TOLAC ha esito positivo, si parla di VBAC (vaginal birth after cesarean).

Diversamente, il ginecologo o l’equipe medica sottoporranno la donna a RCD (ovvero repeat cesarean delivery) o taglio cesareo ripetuto.

Ovviamente, c’è molta attenzione intorno ad una partoriente precedentemente cesarizzata.

Tutto il periodo del travaglio (fase prodroma) va seguito da specialisti ginecologi, ostetrici eneonatologi all’interno dell’ospedale.

Questo, per tenere sotto stretta osservazione:

  • la salute della madre.
  • Le condizioni del nascituro.
  • Per intervenire, in caso di necessità, con un cesareo d’urgenza.

Nei casi di donne precesarizzate, i medici sono cauti nella somministrazione di acceleranti del parto, come ossitocina e amnioressi (ovvero la rottura volontaria delle acque fetali).

Tale precauzione è dovuta al rischio di far precipitare la frequenza delle contrazioni, evento che potrebbe essere rischioso per la salvaguardia delle pareti uterine.

Il momento espulsivo, invece, avviene in maniera del tutto naturale.

Parto vaginale dopo taglio cesareo

Abbiamo già detto come partorire per via vaginale dopo un precedente taglio cesareo è possibilee si esprime in una percentuale altissima (90%).

Le possibilità di successo di un VBAC sono più alte quando:

  • la donna ha già avuto un’esperienza di parto vaginale.
  • Il travaglio si innesca spontaneamente.
  • Il travaglio proceda gradatamente e regolarmente.
  • La madre non sia in sovrappeso.

Infatti, obesità e sovrappeso sono condizioni che già normalmente non favoriscono un parto vaginale, tanto più in una donna cesarizzata.

Parto vaginale dopo pregresso taglio cesareo: i rischi del VBAC

Il rischio più elevato quando si tenta un parto vaginale dopo un cesareo è la rottura o la lacerazione delle pareti uterine.

Questo rappresenta anche il motivo per cui, fino a qualche anno fa, in ostetricia si tendeva a programmare da subito un cesareo per le donne gravide che già ne avessero subito uno.

Oggi l’ISS (Istituto Superiore della Sanità) riconosce questo rischio trascurabile, ovvero nella percentuale dello 0,5%.

I sintomi che, durante il travaglio, l’utero sia a rischio di lesione sono:

  • bradicardia fetale (battito cardiaco lento e irregolare).
  • Eccessivo sanguinamento vaginale.
  • Anomalia nella frequenza delle contrazioni.

Parto vaginale dopo pregresso taglio cesareo: quando non è possibile

Il travaglio spontaneo e il parto vaginale, dopo un taglio cesareo, non sono possibili quando:

  • già in precedenza la partoriente abbia subìto rottura o lacerazione dell’utero.
  • In caso di precedente intervento chirurgico all’utero con incisione longitudinale, fundica (sul fondo dell’utero o nella parte più alta) o a forma di T.
  • In presenza di patologie cardiologiche della madre.
  • Si siano verificate complicanze durante la gravidanza.

Inoltre, qualora i parti pregressi siano stati più di uno e tutti con modalità del taglio cesareo, l’equipe medica preferisce ricorrere ancora a RCD, per scongiurare tutti gli  eventuali rischi.

Parto vaginale o taglio cesareo: come scegliere?

Le pazienti cesarizzate, in procinto di partorire, devono sempre essere seguite dal proprio medico di fiducia.

Un attento monitoraggio deve avvenire già a partire dalla trentaduesima settimana di gestazione.

E’ indispensabile che le gestanti conoscano bene vantaggi e rischi del parto vaginale dopo cesareo.

Il dialogo attivo con il ginecologo è importantissimo per arrivare consapevolmente alla decisione finale.

Tante sono le valutazione che la partoriente (e il suo partner) deve affrontare in previsione della nascita del bambino.

La professionalità degli specialisti e la consapevolezza dei futuri genitori possono far maturare la scelta più adatta.

Dott. Marco Salvatores Ginecologo ad Aosta

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